MISMATCH è una parola inglese che identifica il difficile punto d’incontro fra domanda ed offerta di lavoro. È un fenomeno che riguarda tutti, lavoratori e non occupati ma soprattutto coinvolge le nuove generazioni e tutti coloro che si occupano di ricerca del personale e di risorse umane.
Si tratta di uno dei problemi più gravi, a livello lavorativo, che evidenzia la generalizzata mancanza di corrispondenza tra le abilità in possesso di un candidato e le competenze richieste dalle aziende. Questo fenomeno viene amplificato dalla continua mutazione del mercato del lavoro, in particolare dall’evoluzione tecnologica a cui è sempre più difficile star dietro.
La parola può essere declinata in tanti modi ma il senso resta sempre lo stesso: divario, discrepanza, distanza, non allineamento, mancata corrispondenza… e altrettanti possono essere i tipi MISMATCH presenti nel mondo del lavoro. Eccone alcuni:
- TERRITORIALE – il divario tra Nord e Sud per quanto riguarda i diversi ritmi di crescita e di sviluppo.
- RETRIBUTIVO – le profonde differenze fra lo stipendio di un insegnante e quello di un ingegnere
- DI GENERE – alle donne sono riservate mansioni e remunerazioni diverse rispetto agli uomini
- FORMATIVO – anche definito Educational Mismatch evidenzia la mancata corrispondenza dei titoli di studio di chi cerca lavoro con le posizioni offerte. Strettamente collegato a questo c’è lo Skill Mismatch, ovvero, il divario fra le competenze possedute e quelle che saranno sempre più richieste nel mondo del lavoro per le nuove professioni (ma ATTENZIONE, può verificarsi anche un fenomeno inverso: troppe qualifiche e competenze non risultano adatte per certi tipi di lavori).
Molto spesso, tutte le risorse investite nell’istruzione e nella formazione non trovano corrispondenza con le richieste del mercato o con i modi scelti dalle aziende di intercettare e selezionare il personale, rischiando così di disperdere energie e perdere talenti. Analizziamo l’esempio di mismatch più evidente e ricorrente, quello che si verifica fra ricerca ed offerta di lavoro. La mancata corrispondenza tra domanda ed offerta è molto alta e preoccupante, soprattutto per i giovani.
Le principali conseguenze del MISMATCH sono:
- disoccupazione (soprattutto innalzamento dei livelli di disoccupazione giovanile)
- rischio produttività in molti Paesi (conseguente e pesante impatto sul PIL nazionale e preoccupanti dati sulla produttività lavorativa in continuo calo)
- constatazione dell’inadeguatezza di processi e ruoli (evidenza dell’inadeguatezza di competenze soprattutto in ambito informatico e digitale)
In Italia, l’arretratezza della “forza lavoro” rispetto al progresso del mondo del lavoro molto è evidente. I dati raccolti al livello mondiale dal Boston Consulting evidenziano alcune importanti conseguenze del MISMATCH nel MONDO:
- ad oggi riguarda 1,3 miliardi di persone (sovra / sotto qualificate per i lavori che svolgono o per cui si candidano);
- in previsione raggiungerà 1,4 miliardi entro il 2030.
- ha già avuto conseguenze catastrofiche: disoccupazione e calo nella produttività lavorativa al 6%;
- nel 2022 ha impattato sull’economia al 10% di PIL, dato preoccupante se si considera che nel 2018 era del 6% (circa 8 miliardi di dollari).
In ITALIA:
- riguarda ad oggi il 38,2% della popolazione (10 milioni di lavoratori);
- arriva al 43% per le professioni intellettuali, scientifiche e ad alta specializzazione;
- il numero di candidati inadeguati (a livello di skills) per ricoprire i ruoli ricercati dalle aziende è in costante crescita.
PERCHÈ SI VERIFICA IL MISMATCH?
- innovazioni e tecnologie;
- evoluzione digitale;
- spinta verso la sostenibilità;
- nascita di nuove professioni;
- trasformazione del lavoro (anche a causa della pandemia da Covid-19).
Come provare a superare le difficoltà rappresentate dal mismatch:
- offrire soluzioni per ridurre l’analfabetismo digitale;
- aderire ai progetti di formazione nazionali ed europei per sviluppare soft ed hard skills necessarie (non solo nei giovani, ma anche nei lavoratori impiegati che necessitano aggiornamenti);
- preparare i giovani, sin dalla formazione scolastica, ad un mondo lavorativo mutevole, concentrando la loro formazione su materie STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics) fondamentali per lo sviluppo della moderna società.che svolgono un ruolo cruciale nella società odierna;
- educando al pensiero critico al problem solving e all’adattabilità;
- formarsi in modo costante e personalizzato (anche i professionisti già inseriti nel tessuto lavorativo hanno bisogno di adeguare le proprie competenze sui metodi, i processi e le abilità per stare al passo con i tempi);
- garantire percorsi di orientamento, sia scolastico che professionale, al fine di guidare nell’apprendimento di abilità e competenze trasversali necessarie;
- offrire, all’interno delle aziende, momenti di studio e formazione (attività di reskilling ed upskilling volte a riqualificare i dipendenti per le nuove mansioni emergenti).